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sabato 7 giugno 2008

Americani, presidenti e razze

Uno splendido articolo sull'eccellente sito Pointeronline, solleva una questione che sta investendo la qualità professionale dei giornalisti americani.
Da sempre in America si fatica a parlare apertamente di problemi etnici e razziali, tutt'altro che risolti, specialmente sui media.
Tanto è vero che esistono una serie di vocaboli, dal suono più o meno offensivo, per definire coloro che non sono WASP: “nero”, "di colore", “afro-americano”, “latino”, “ispanico” ecc.
Un po' come da noi con gli "extracomunitari", insomma.
Fatto sta che il Pointer solleva la questione di come i media hanno presentato agli americani e al mondo intero la candidatura di Barak Obama alla presidenza degli Stati Uniti.
In particolare si chiede: Barak Obama sta realmente “cercando di diventare il primo presidente nero” come molti giornalisti hanno scritto? Questa frase, o le sue varianti, sono state un gancio per molti articoli e suggerisce che Obama sta perseguendo un obiettivo razziale e non politico.

Titoli come:
“La questione della razza è affiorata ancora per l’uomo che cerca di diventare il primo presidente nero” (ABC);
“Obama, che combatte per diventare il primo presidente nero degli Stati Uniti oltre che uno dei più giovani” (Associated Press);
“Obama tenta di diventare il primo presidente nero” (Shanghai Daily)
rimbalzano dagli Stati Uniti in ogni angolo del mondo.

Questi titoli sono fuorvianti ed inesatti poiché mistificano la realtà dei fatti, e cioè che Obama:
1 vuole essere presidente,
2 se verrà eletto, sarà il primo presidente nero.
La semplificazione giornalistica in questa circostanza consiste nel mettere insieme due fatti diversi, facendoli diventare uno e dire arbitrariamente “Vuole essere il primo presidente nero”.
Poiché il candidato non ha messo la questione razziale al primo posto nei suoi obiettivi, o si hanno le prove che questa sia la sua motivazione oppure questa è una supposizione mascherata da fatto.
Per amore di accuratezza, il Pointer suggerisce di separare il fatto dalla motivazione. Un esempio di "buon titolo" è quello scritto nel sito della televisione spagnola eitb24 “Obama ora è il primo uomo di colore a correre per la nomination del maggior partito alle elezioni presidenziali in USA. Se vincesse diventerebbe il primo presidente di colore della storia degli Stati Uniti”.

Ricordando che la missione dei giornalisti è informare e non giudicare, il Pointer suggerisce di rispondere a tre domande per il pubblico:
Cosa ha detto? Non riportate i discorsi in forma di parafrasi o brani parziali ma per intero.
Perché è importante? Fornite indicazioni sul contesto, definizioni, qualsiasi cosa di cui il vostro pubblico abbia bisogno per comprendere cosa succede. Non supponete che tutti conoscano la stessa storia. Non è così.
Cosa significa? Quando Geraldine Ferraro ha detto “Se Obama fosse stato un bianco, non si troverebbe in questa posizione” nessuno si è preoccupato di spiegare cosa voleva dire.

L'articolo si chiude con un richiamo alla responsabilità professionale dei giornalisti in vista della seconda, presumibilmente accesissima, fase della campagna elettorale.
Meno male: tutto il mondo è paese!

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